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Type de textesource
TitreVita di Gian Lorenzo Bernini
AuteursBaldinucci, Filippo
Date de rédaction
Date de publication originale1682
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, p. 69-70

Voleva, che i suoi scolari s’innamorassero del più bello della Natura, consistendo, come’ei diceva, tutto il punto dell’arte in saperlo conoscere, e trovare ; onde non ammetteva il concetto di quei tali, che affermarono, che Michelagnolo e gli antichissimi maestri greci, e romani avessero, nell’opere loro, aggiunto una certa grazia, che nel naturale non si vede ; perché diceva egli, che la Natura sa dare a’ suoi parti tutto il bello, che loro abbisogna, ma che il fatto sta in saperlo conoscere all’occasione ; e in tal proposito era solito raccontare, che nello studiare la Venere de’ Medici, osservando il graziosissimo gesto, ch’ella fa, s’era una volta anch’egli lasciato portare da simil credenza : ma nel far poi grandissimi studi sopra il naturale, aveva tal grazia di gesto in varie occasioni molto chiaramente osservato. Teneva per favola ciò, che si racconta della Venere Crotoniate, cioè che Zeusi la ricavasse dal più bello di diverse fanciulle, togliendo da chi una parte e da chi un’altra ; perché diceva egli che un bell’occhio d’una femmina non istà bene sopra un bel viso d’un altra, così una bella bocca e vadasi discorrendo ; cosa che io direi esser verissima, perché le parti non son belle solamente per se stesse, ma anche in riguardo dell’altre parti ; in quella guisa, che un bel fusto d’una colonna si loda per la proporzione, ch’egli ha in se medesimo, ma se a questo si aggiungnerà una bella base, un bel capitello non soui, tutta la colonna insieme perderà sua bellezza. 

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